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Tra Kafka e social network, le “resurrezioni” di Lorenzo: sognava l’abisso, ha trovato un muro

Lo spettacolo teatrale andato in scena il 22 e 23 marzo

Ridere della propria disperazione: si può? Si deve. Almeno, Lorenzo Guerrieri la pensa così. I suoi “Esercizi di resurrezione” – com’è il titolo dello spettacolo andato in scena al Teatro dei Limoni nelle serate del 22 e 23 marzo – vanno in questa direzione: sognano l’abisso, sbattono netti contro un muro. Quattro, per l’esattezza, ricalcando l’ambientazione dello spettacolo prodotto da Pallaksch e vincitore del Festival Inventaria 2023, penultimo appuntamento della stagione teatrale “Giallocoraggioso” della compagnia foggiana, in questa puntata in mera veste ospitante.

MORTO VIVENTE. Già, perché Lorenzo – com’è anche il nome del protagonista – un bel mattino si risveglia putrefatto, scarnificato, privo dell’involucro esterno proprio di ogni corpo umano. A casa, nel più classico degli incubi kafkiani. Per l’esattezza: nel suo monolocale da trentenne precario (emotivo, prima ancora che lavorativo), simbolo di un’indipendenza economica e sociale ch’è andata così così, a esser buoni. Sprofondato in poltrona con tanto di plaid a quadrettoni sulle gambe – l’uniforme dei fruitori passivi formato Netflix. È ossificato, Lorenzo; ovvero ridotto all’osso, alla lettera: il disperante congegno della sua vita lo ha portato a un punto morto e il morto è lui. Morto vivente.

I DEMONI INTERIORI. Che fare, allora? Raccontare. Provare a esorcizzare quella che sembra essere a tutti gli effetti l’assurda allegoria di una depressione che neanche riesce a farsi, nemmeno è libera di deprimersi in pace. Lorenzo ha fallito, non si è dato da fare come avrebbe dovuto. Non ha sorriso abbastanza, non ha creduto abbastanza. Ha mancato in positività, in ottimismo, in auto-motivazione. Glielo urlano i social network, glielo conferma l’inconscio o, per meglio dire, quei demoni interiori con i quali non è in grado di fare i conti – e via via che parla, che monologa, questi vengono fisicamente abbandonati tra il pubblico, regalati agli spettatori in un grottesco quanto divertente gioco a perdere.

UN SISTEMA A NUDO. Con “Esercizi di resurrezione”, Lorenzo Guerrieri – autore dello spettacolo e unico attore in scena – ancorché un corpo o una psiche, mette a nudo un “sistema”. Un mondo – il nostro – fatto di soverchierie più o meno opprimenti, più o meno subdole, più o meno psicologiche. Tali e tante e talmente ingombranti da annullare, anzi decorticare, ogni misero slancio di identità individuale, foss’anche quello di deprimersi, di disperarsi in santa pace. La resa finale è ironica, sarcastica, surreale; l’effetto, ad una seconda riflessione, è angoscioso. I morti viventi funzionano nei B-movie, molto meno nella vita reale.

di Alessandro Galano


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