Vieni per Banksy, scopri l’archeologia del Gargano: l’arte conquista Vieste
Funziona la mostra del famoso street artist
Vai per l’artista del secolo XXI e scopri (anche) l’antichissima civiltà garganica. Può essere questo il sottotitolo della mostra “Banksy a Vieste” che, dal 13 maggio scorso, arricchisce gli spazi del Museo Civico Archeologico Michele Petrone (sarà visitabile fino al 17 settembre).
PALLONCINI TRA LE ANFORE. Già, perché fa un certo effetto veder svolazzare il famosissimo palloncino a forma di cuore dell’opera “Girl with balloon” tra anfore, vasellami, armi e monili databili III o II secolo a. C. Così come fanno sorridere – amaramente, s’intende – i noti “pezzi” antimilitaristi del Banksy più impegnato, anticipati dal ricco corredo della “Tomba d’élite” risalente all’età romana: dalla “Bomb love” che vede una bambina abbracciare un ordigno fino alla ginnasta di Kiev che si inerpica sulle macerie – con riferimento all’ultima fase dell’artista, “Banksy 4Ukraine”.
L’ARTE FUNZIONA. Un’intuizione vincente, insomma, quella del Comune e del Polo Culturale di Vieste, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con Giuseppe Benvenuto, gallerista foggiano che già lo scorso anno aveva scommesso sulla possibilità di fare arte nel comune garganico – un’apripista di successo la mostra 2022 dedicata a Warhol e alla pop art del Novecento. Un’intuizione che funziona, come confermano i numeri che dicono oltre settemila accessi sino a questo momento, ancor prima del grande esodo agostano. «Per la prima volta un’istituzione investe in arti visive con bigliettazione all’ingresso – dichiara Benvenuto, curatore dell’allestimento – e la gente sta apprezzando moltissimo: siamo felici di questi risultati».
NON SOLO BANKSY. Dieci, otto e cinque euro: questi i prezzi dei ticket che, oltre a una sintesi soddisfacente della parabola artistica più significativa del più importante street artist del mondo, danno la possibilità di scoprire il ricco patrimonio archeologico del territorio. Bravi, in questo, anche gli addetti museali che, all’ingresso, propongono visite guidate e approfondimenti dedicati, incontrando spesso il favore dei visitatori, pugliesi e non.
IL TRITTICO DI BANKSY. A spiccare, poi, tra le pareti al secondo piano dedicate al writer di Bristol, è sicuramente il trittico “Love is in the air” in cui la celeberrima immagine del “Lanciatore di fiori” – comparsa nel 2003 sul muro della West Bank di Gerusalemme, costruito per separare palestinesi e israeliani – è scorporata su tre pezzi, ciascuno con la propria cornice in stile pseudo antico. Un aggiornamento, si potrebbe dire, di un messaggio di pace ancora dolorosamente urgente, nel quale trova sempre casa ciò che lo stesso Banksy scrisse a proposito della prima versione dell’opera: “I più grandi crimini del mondo non sono commessi da persone che infrangono le regole ma da persone che seguono le regole”. Firmato: uno che le infrange ogni volta che può.
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