Voto di scambio e associazione mafiosa, i dettagli dell'inchiesta che coinvolge Nicola Canonico
Sono 19 le persone arrestate - 17 in carcere e 2 ai domiciliari - nell'ambito dell'Operazione condotta dalla Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia che coinvolge le province di Bari, Palermo e Taranto.
L’esecuzione dell’ordinanza costituisce l’epilogo di una complessa attività di indagine, articolata in 2 filoni investigativi distinti ma legati fra loro da profili di connessione soggettiva e oggettiva. Il primo ha riguardato, tra l’altro, un’associazione di tipo mafioso operante sul territorio di Valenzano (BA), propaggine del noto e storico clan Parisi. Il secondo ha avuto ad oggetto, tra l’altro, un episodio di scambio elettorale politico-mafioso, nonché l’individuazione di un sodalizio delinquenziale finalizzato al reato di corruzione elettorale.
MINACCE E ARMI. Con riferimento al primo filone investigativo, oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Bari stanno dando esecuzione - nei comuni di Bari, Cassano delle Murge (BA), Valenzano (BA), Ginosa (TA) e Palermo - a misure cautelari personali nei confronti di 15 soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in minacce, porto e detenzione di armi comuni da sparo, estorsione, usura, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, 10 degli indagati farebbero parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso operante nel comune di Valenzano che, anche con l’uso della violenza e delle armi, avrebbero imposto la loro volontà nel commettere i reati di estorsione, usura, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
IL VOTO DI SCAMBIO. In relazione al secondo filone investigativo, appartenenti alla Polizia di Stato (Squadra Mobile e DIGOS) e al Nucleo P.E.F./G.I.C.O di Bari stanno dando esecuzione - nei comuni di Casamassima (BA), Palo del Colle (BA) e Valenzano (BA) - a misure cautelari personali nei confronti di altri 4 persone indagate, a vario titolo, per le ipotesi di reato di scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione
elettorale.
Nello specifico, dalle articolate indagini svolte dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Bari - mediante intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, nonché servizi dinamici di osservazione e pedinamento - sarebbe emerso che in occasione delle elezioni del maggio 2019 per il Comune di Bari, sarebbe stata
costituita un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Le
attività investigative avrebbero disvelato un’attività organizzata di selezione e
reclutamento di elettori con successiva acquisizione dei loro voti - mediante
(prevalentemente) la corresponsione di somme di denaro (25 o 50 euro per ogni singolo
voto) - in favore di Francesca Ferri, candidata in una lista civica alla carica di consigliere comunale,
risultata poi eletta. L’ipotizzata associazione per delinquere sarebbe stata promossa,
costituita e organizzata, oltre che dalla predetta candidata (attinta dalla misura cautelare
del carcere) e dal suo compagno convivente (con rapporti di frequentazione con
elementi di spicco della criminalità organizzata locale – anch’egli destinatario della
misura cautelare del carcere), da un noto imprenditore edile (sottoposto alla misura
cautelare degli arresti domiciliari), Nicola Canonico, già consigliere comunale di Bari dal 2004 al 2009 e
della Regione Puglia dal 2005 al 2015, nonché attuale Presidente del Foggia (società estranea ai fatti). A tale presunta compagine criminale avrebbero
aderito altri 7 soggetti aventi il ruolo di “portatori di voto”, ossia quello di individuare,
contattare e reclutare il maggiore numero possibile di elettori da cui avrebbero
comprato i voti verso il pagamento di un corrispettivo in denaro (che sarebbe stato loro
anticipato o successivamente rimborsato dai 3 citati promotori). In relazione a tali fatti
il Gip ha riconosciuto la gravità indiziaria rispetto ai reati di associazione per delinquere
finalizzata alla corruzione elettorale.
A VALENZANO. Inoltre, in occasione delle elezioni comunali di Valenzano del novembre 2019 (Comune già
precedentemente sciolto per condizionamenti mafiosi), il vertice dell’organizzazione
mafiosa oggetto del primo filone investigativo avrebbe assunto l’impegno di procurare
“voti della malavita” (così denominati in una conversazione intercettata tra 2 degli
indagati) a taluni candidati, in cambio della promessa di ricevere utilità varie in suo
favore (tra cui la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni
di sua proprietà) e della sua compagine criminale. In particolare, tale impegno era stato
garantito alla stessa coppia già protagonista dei fatti sopra descritti. E’ stato disvelato
(allo stato attuale degli accertamenti vagliati positivamente dal GIP) il raggiungimento
di una intesa tra il vertice del clan operante a Valenzano (indicato nel primo filone
investigativo) ed uno dei componenti della coppia, avente ad oggetto l’impegno del
primo a procacciare un pacchetto di voti in favore di soggetti legati all’altro, candidati
come consiglieri comunali e infiltrati dalla coppia in questione in una lista civica. In
questo caso, il Gip ha ritenuto la gravità indiziaria relativamente alla sussistenza del
delitto di scambio elettorale politico-mafioso previsto dall’art. 416 ter c.p.
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