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Zip che ama (e provoca) Foggia: la mostra dello street artist

Dal 3 novembre in Biblioteca

“Questa mostra serve per svegliare le coscienze”. È il pensiero di Luciana Fredella, curatrice dell’esposizione che dal 3 novembre al 2 dicembre sarà possibile visitare in Biblioteca “La Magna Capitana”. Ma è anche il pensiero di Zip, lo street artist foggiano protagonista di questa mostra dall’emblematico titolo “Arte in trincea”.

TRA DENUNCIA E PROVOCAZIONE. Sedici opere, molte delle quali inedite. Denuncia, provocazione, riflessione. Sono i tre cardini entro cui si muove il Banksy di Capitanata che, con il celebre artista inlgese, oltre agli stencil condivide anche l’anonimato. E così l’opera “Madonna mia…” diventa un grido di ribellione in favore della libertà delle donne, giocando sulla posa caravaggesca di una Maria di strada con bambino che sfida l’osservatore, tutt’altro che imbarazzata per il suo status di prostituta. Mentre Foggia – «Zip ama alla follia la sua città» ha detto la curatrice della mostra, in sede di presentazione – si trasforma nella città dove “la distruzione diventa tradizione”, ricalcando il cartello che una sorta di repubblichina prima maniera tiene bene in vista, in riferimento al pezzo “Welcome to Foggia”.

UNA SOLA MOLTITUDINE. E se “L’arte ha bisogno di eroi” è una sorta di giocoso autoritratto con tanto di costume da Superman e zeta stampata in petto (in cui forse si scorge persino quella che potrebbe essere la reale fisionomia di Zip), l’opera “Una sola moltitudine” riporta a galla una vecchia “fissa” dello street artist: l’indifferenza verso gli ultimi, in questo caso i migranti. Questi sono rappresentati su quattro pannelli, di profilo, sfondo scuro e contorni arancio, anonimi e spersonalizzati come li vorrebbe qualcuno e richiamano, tanto nel titolo quanto nei contenuti, un murale altrettanto impattante comparso circa due anni fa in quel di Manfredonia, raffigurante la richiesta di aiuto di due uomini di colore.

OPERA PARTECIPATA. “Zip è molto poetico, c’è un forte messaggio di denuncia sociale nei suoi lavori – ha detto la direttrice della Biblioteca, Gabriella Berardi, nel corso della presentazione della mostra la sera del 3 novembre – ma cerca anche di lasciare aperta la speranza. Inoltre, la sua generosità viene fuori anche nel dono fatto a questa biblioteca: un lavoro che possiamo ammirare tra il primo e il secondo piano”. Il riferimento è all’opera dal titolo “Si chiamerà futuro”, raffigurante un bambino seduto su una pila di libri con tanto di cartello scrivibile: “è un’unicità per la street art – spiega in merito Luciana Fredella – che solitamente viene coperta. In questo caso, invece, l’opera è partecipata perché ognuno, su invito di Zip, vi può intervenire, cancellando e riscrivendo qualunque cosa si voglia e rendendola ancora più viva, democratica e popolare. L’artista ha lasciato i gessetti – ha concluso – affinché diventi un’opera nostra, non più soltanto sua”.

GLI ORGANIZZATORI. Alla conferenza di presentazione, infine, insieme alla direttrice del Polo Biblio-Museale di Foggia e alla curatrice della mostra, hanno preso parte anche Nella Santoro, referente cittadina dell’ADMO Puglia (Associazione Donatori Midollo Osseo), Maria Luigia Cirillo, Presidente FIDAPA BPW Italy- Foggia (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) e Federica Bianchi, Referente del Presidio Libera Foggia. In pratica, le tre realtà associative che hanno co-organizzato l’evento insieme con la Biblioteca e che, con Zip, condividono temi e impegno sociale.

di Alessandro Galano


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