Associazioni e commercianti uniti per riqualificare il viale della Stazione, per salvare l'intera area circostante dal degrado in cui versa attualmente.
Tante le problematiche esposte e le idee risolutive lanciate da questo nuovo comitato di quartiere ieri pomeriggio all'incontro tenutosi nella sede della Confcommercio in via Miranda, al quale ha partecipato, per raccogliere denunce e proposte, l'assessore alla Pubblica sicurezza, Franco Arcuri.
Tra gli strumenti pensati per la riqualificazione della zona a ridosso della stazione ferroviaria sono emersi: una speciale task-force di vigilanza privata (diversa dalle ronde, ha spiegato Merli, rappresentante dei commercianti) che possa estendere e supportare il controllo delle forze dell'ordine; la proposta, arrivata da Rita Saraò di "Donne In Rete", di trasformare l'area in una zona a traffico limitato con un gabbiotto comunale preposto alla sicurezza 24 ore su 24, affinché, già da settembre, si possano organizzare pubbliche manifestazioni, come la Notte rosa o la Fiera di Santa Caterina, che ripopolino di vita civile il quartiere; e ancora la possibilità, da parte degli esercenti e dei cittadini di autogestire, abbellendo, aiuole, giardini e spazi vicini alle abitazioni e alle attività del commercio, snellendo la burocrazia ostile a tale pratica e magari assegnando delle premialità ai commercianti virtuosi; infine la mano tesa dell'associazione di migranti Africa United, che ha fatto sapere, attraverso il suo storico rappresentante, Colby, di voler fungere da mediatore culturale tra le comunità straniere della zona e la comunità foggiana con l'unico obiettivo di raggiungere una convivenza civile e rispettosa delle regole.
Tutto questo perché viale XXIV maggio e dintorni, un tempo il salotto buono di Foggia, l'area del passeggio e dello shopping, è ora preda di fenomeni di prostituzione, bivacco e micro-criminalità.
Il quartiere a ridosso della stazione ferroviaria è attualmente la zona più multietnica di Foggia, ospitando comunità di africani, bulgari, romeni, molti dei quali lavorano regolarmente e rispettano le regole, altri, invece, dediti allo stento, all'espediente, costretti, a volte, alla criminalità.
Al mutamento sociale che ha investito in questi ultimi anni il quartiere della stazione non è seguita un'adeguata politica di integrazione e riqualificazione. Il Comune di Foggia sta perdendo l'occasione di valorizzare queste nuove caratteristiche dell'area, lasciando che giaccia lì come terra di nessuno (specie nelle ore della notte e del primo pomeriggio), invece di trasformarla in un prezioso crocevia di culture.
Lo hanno sottolineato gli interventi dell'associazione Fratelli della Stazione e dell'Acse (Associazione comunità straniere italiane) citando, per esempio, le inadempienze del Comune di Foggia in materia di seconda accoglienza, solidarietà e integrazione, là dove, è stato ricordato durante l'incontro, non v'è alcuna traccia, o quasi, in città (men che meno in una zona ad alta densità di "disagio" come il quartiere della stazione) di centri diurni e notturni per senza fissa dimora, di bagni pubblici, di mense e posti letto per i migranti così come per i poveri e per i soggetti al margine.
E quelle case cantoniere, quel mercato interetnico promessi ormai anni orsono alle comunità straniere dalle amministrazione della Provincia e del Comune di Foggia sono rimaste lettera morta.
Un problema duplice dato che anche i residenti foggiani penano, e non poco, per la situazione di degrado venutasi a creare nella zona che si estende tra la villa comunale, la stazione ferroviaria e piazza San Francesco. E' questo il sentore, manifestatosi durante l'incontro di ieri, delle famiglie e dei commercianti foggiani del quartiere, che scontano sempre più sulle loro spalle l'abbandono dall'istituzione comunale.
Una situazione difficile, dunque, che ha ridotto la frequentazione dell'area, provocando non pochi problemi al commercio: diversi infatti gli esercizi commerciali della zona che nell'ultimo periodo hanno dovuto abbassare le serrandei, l'ultimo dei quali, solo qualche giorno fa, uno storico negozio di ottica.
Non tutti i commercianti di viale XXIV maggio però si sono rassegnati al degrado e alcuni di loro hanno deciso, una volta per tutte, di agire in maniera propositiva, convocando il primo di una serie di incontri con associazioni, rappresentanti dell'amministrazione comunale, del mondo cattolico e liberi cittadini, per dare vita, con proposte concrete, a un piano di riqualificazione dell'area.
A tutti loro l'assessore Arcuri ha risposto anticipando che, nonostante le ristrettezze economiche del Comune di Foggia, almeno i bagni pubblici verranno presto riattivati essendo stati nuovamente stanziati, dopo anni, i fondi necessari a quest'esercizio che costa 200mila euro all'anno. Procedendo su questa strada, che va ad aggiungersi, ha ricordato Arcuri, alla nuova ordinanza contro il degrado urbano attivata qualche giorno fa, le deprecabili pratiche dei bisogni fisiologici e dei bivacchi espletati in strada, denunciati con forza dai partecipanti all'incontro, verranno, si spera, debellate. Arcuri ha poi aperto a tutte le proposte lanciando l'ipotesi di un tavolo di confronto permanente, da riaggiornare, progettualità alla mano, già tra qualche giorno, per ricostruire tutti insieme lo storico salotto buono della città.
Associazioni italiane e straniere, commercianti e liberi cittadini uniti per riqualificare il viale della Stazione, per salvare l'intera area circostante dal degrado in cui versa attualmente.
Tante le problematiche esposte e le idee risolutive lanciate da questo
nuovo comitato di quartiere, riunitosi ieri pomeriggio nell'incontro pubblico tenutosi nella sede della Confcommercio in via Miranda, al quale ha partecipato, per raccogliere denunce e proposte sul tema, l'assessore alla Pubblica sicurezza, Franco Arcuri.
LE PROPOSTE DI RIQUALIFICAZIONE. Tra gli strumenti pensati per la riqualificazione della zona a ridosso della stazione ferroviaria sono emersi: una speciale task-force di vigilanza privata (diversa dalle ronde, ha spiegato Merli, rappresentante dei commercianti) che possa estendere e supportare il controllo delle forze dell'ordine; la proposta, arrivata da Rita Saraò di "Donne In Rete", di trasformare l'area in una zona a traffico limitato con un gabbiotto comunale preposto alla sicurezza 24 ore su 24, affinché, già da settembre, si possano organizzare pubbliche manifestazioni, come la Notte rosa o la Fiera di Santa Caterina, che ripopolino di vita civile il quartiere; e ancora la possibilità, da parte degli esercenti e dei cittadini di autogestire, abbellendo, aiuole, giardini e spazi vicini alle abitazioni e alle attività del commercio, snellendo la burocrazia ostile a tale pratica e magari assegnando delle premialità ai commercianti virtuosi; infine la mano tesa dell'associazione di migranti Africa United, che ha fatto sapere, attraverso il suo storico rappresentante, Colby, di voler fungere da mediatore culturale tra le comunità straniere della zona e la comunità foggiana con l'unico obiettivo di raggiungere una convivenza civile e rispettosa delle regole.
TERRA DI NESSUNO O CROCEVIA DI CULTURE? Tutto questo perché viale XXIV maggio e dintorni, un tempo il salotto buono di Foggia, l'area del passeggio e dello shopping, è ora preda di fenomeni di prostituzione, bivacco e micro-criminalità. Il quartiere a ridosso della stazione ferroviaria è attualmente la zona più multietnica di Foggia, ospitando comunità di africani, bulgari, romeni, molti dei quali lavorano regolarmente e rispettano le regole, altri, invece, dediti, più spesso costretti, a una vita di stenti, di espedienti, a volte a contatto con la criminalità.
Al mutamento sociale che ha investito in questi ultimi anni il quartiere della stazione non è seguita un'adeguata politica di integrazione e riqualificazione: il Comune di Foggia sta perdendo l'occasione di valorizzare queste nuove caratteristiche dell'area, lasciando che giaccia lì come terra di nessuno (specie nelle ore della notte e del primo pomeriggio), invece di trasformarla in un prezioso crocevia di culture.
LE INADEMPIENZE DEL COMUNE. Lo hanno sottolineato gli interventi dell'associazione Fratelli della Stazione e dell'Acse (Associazione comunità straniere italiane) citando, per esempio, le inadempienze del Comune di Foggia in materia di seconda accoglienza, solidarietà e integrazione, là dove, è stato ricordato durante l'incontro, non v'è alcuna traccia, o quasi, in città (men che meno in una zona ad alta densità di "disagio" come il quartiere della stazione) di centri diurni e notturni per senza fissa dimora, di bagni pubblici, di mense e posti letto per i migranti così come per i poveri e per i soggetti al margine.
E quelle case cantoniere, quel mercato interetnico promessi ormai anni orsono alle comunità straniere dalle amministrazioni della Provincia e del Comune di Foggia sono rimaste lettera morta.
I TIMORI DEI RESIDENTI. Un problema duplice dato che anche i residenti foggiani penano, e non poco, per la situazione di degrado venutasi a creare nella zona che si estende tra la villa comunale, la stazione ferroviaria e piazza San Francesco. E' questo il sentore, manifestatosi durante l'incontro di ieri, delle famiglie e dei commercianti foggiani del quartiere, che scontano sempre più sulle loro spalle l'abbandono dell'istituzione comunale.
Una situazione difficile, dunque, che ha ridotto la frequentazione dell'area, provocando non pochi problemi al commercio: diversi infatti gli esercizi commerciali della zona che nell'ultimo periodo hanno dovuto abbassare le serrande, l'ultimo dei quali, solo qualche giorno fa, uno storico negozio di ottica.
UNA NUOVA CITTADINANZA ATTIVA. Non tutti i commercianti di viale XXIV maggio però si sono rassegnati al degrado e alcuni di loro hanno deciso, una volta per tutte, di agire in maniera propositiva, convocando il primo di una serie di incontri con associazioni, rappresentanti dell'amministrazione comunale, del mondo cattolico e liberi cittadini, per dare vita, con proposte concrete, a un piano di riqualificazione dell'area.
A tutti loro l'assessore Arcuri ha risposto anticipando che, nonostante le ristrettezze economiche del Comune di Foggia, almeno i bagni pubblici verranno presto riattivati essendo stati nuovamente stanziati, dopo anni, i fondi necessari a quest'esercizio che costa 200mila euro all'anno. Procedendo su questa strada, che va ad aggiungersi, ha ricordato Arcuri, alla
nuova ordinanza contro il degrado urbano attivata qualche giorno fa, le deprecabili pratiche dei bisogni fisiologici e dei bivacchi espletati in strada, denunciati con forza dai partecipanti all'incontro, verranno, si spera, debellate.
Arcuri, inoltre, ricordando quanto pesi anche una certa inciviltà dei foggiani su questa difficile vicenda, ha infine aperto a tutte le proposte lanciando l'ipotesi di un tavolo di confronto permanente, da riaggiornare, documenti di progettualità alla mano, già tra qualche giorno, per ricostruire tutti insieme lo storico salotto buono della città.