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Ida Nielsen Band, l’estate funk del Giordano in Jazz

Summer Edition: ieri sera, la prima di due serate

La cattiva notizia è che no, in effetti, non era jazz. Quella buona è che, difatti, era funk. E lo era talmente tanto che nessuno, dopo ieri sera, potrà dire che una rassegna di musica dal vivo in piazza che abbia la parola “jazz” nel titolo sia da ascrivere al novero degli esercizi di stile, della nicchia per intenditori, addirittura delle “robe noiose” (foto del concerto a cura di Enrico Maggi).

UN CONCERTO “DA SALTARE”. Ida Nielsen Band ha acceso gli animi di questa Summer Edition: animi seduti, purtroppo, per osservanza delle nuove norme nazionali in materia di ordine pubblico durante le manifestazioni, strascico discutibilissimo dei fatti di Piazza San Carlo a Torino. Perché il concerto di ieri sera, martedì 11 luglio, in Piazza Battisti, era da “pubblico in piedi”: non era jazz, s’è detto, ma era un gran funk tutto da saltare, aspro e pulsante con incursioni forti in generi subito prossimi – world music, funk-rock e fusion soprattutto – e felicemente fiero di accostare alla front-girl Ida Nielsen anche il rapper norvegese Son of Light, una trovata “urban” preferita ad un qualunque fiato che pure avrebbe detto la sua, ma tale da circoscrivere il campo in modo significativo. Senza dimenticare il chitarrismo “old school” di Mika Vandborg – distorsioni e wah-wah come tradizione funk-rock vuole – e la batteria dell’ottimo Patrick Dorcean, cuore pulsante di origini haitiane. Risultato: un tutto esaurito di posti a sedere che avrebbe attirato molta più gente in piedi, forse in grado di rispondere ancora meglio alle scariche provenienti dal palco.

DALLE MARSINE DI PRINCE ALLO SLAPPING BASS: IDA COINVOLGE. Il primo di due appuntamenti estivi del Giordano in Jazz, dunque, ha avuto un impatto differente rispetto al solito, una digressione sul tema di quelle che fanno bene soprattutto al pubblico e alla città, va detto, visto che quella di ieri sera era l’unica tappa italiana della band, proveniente dalla Gran Bretagna e già in volo verso la Scandinavia. Ida Nielsen è l’anima del gruppo, naturalmente, suggestiva nel proprio abito a marsine evocante il maestro Prince, con cui ha condiviso palco e registrazioni negli ultimi anni della sua straordinaria carriera, e graffiante nel coinvolgere band e pubblico. Ma la vocalist e bassista è anche tanta versatilità – dal rap di “You Can’t Fake The Funk che ha aperto il concerto, brano trainante del suo album, alla frizzante “Showmewhatugot” fino alle “ballad” finali, voce e tastiera – senza dimenticare ciò per cui è famosa a livello internazionale: lo slapping bass trascinante che ha acceso anche il palco del Giordano in Jazz, con un “solo” finale fortemente scenico.

IL JAZZ DI VENERDI’ E IL GRANDE NOME DELL’EDIZIONE INVERNALE. Venerdì 14 luglio si “torna a casa”, in qualche modo, con la Christian McBride New Jawn, formazione attesa anche ad Umbria Jazz che ruota intorno ai giri di basso e contrabbasso del proprio leader, uno che ha dato del tu a Sting, Pat Metheny e Chick Corea. Sarà jazz, venerdì, con buona pace di tutti, ma non senza qualche compromissione stilistica, c’è da giurarci, com’è giusto che ci si abitui ad assistere se si vuole restare nei circuiti musicali che contano, dove tutto cambia e si trasforma, soprattutto il jazz. A proposito, venerdì sera l’Assessorato alla Cultura del Comune - che, con il Moody’s di Nino Antonacci, organizza il Giordano in Jazz – annuncerà il grande nome dell’edizione invernale: e se fosse uno dei tre grandi nomi sopracitati?

di Alessandro Galano


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