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Accadia Blues, le “vertigini” di Scott Henderson e il talento del giovane Parham

Varia la seconda serata di concerti della rassegna di Rione Fossi

Un viaggio di andata e ritorno nel “fusion”, passando per il jazz e, naturalmente, attraverso il blues: il concerto di Scott Henderson, il più atteso dei due in programma ieri sera, venerdì 28 luglio, è stato soprattutto questo: un’immersione di forza nelle vertigini di questo genere musicale che mette insieme jazz e rock.

TECNICA, CREATIVITA’ E “DOLEMITE”. Una ventata di grande tecnica e invenzione chitarristica per il piacere degli appassionati che hanno raggiunto Accadia per questa seconda serata del festival, di taglio sicuramente differente rispetto al blues trascinante e fortemente scenico di Popa Chubby, ospite inaugurale della kermesse (ARTICOLO E VIDEO). Supportato da una sezione ritmica a dir poco impeccabile – oltre al puntuale batterista Archibald Ligonniere, infatti, a spiccare, tanto da rubare scampoli di scena al leader del trio, è stato soprattutto il bassista Romain Labaye – Scott Henderson ha mantenuto fede alle attese, saggiando il palato di un pubblico diversificato e concentrato, soprattutto in quelle escursioni ritmiche vertiginose che necessitano un ascolto più attento. Sul finale poi, la classica “Dolemite”, pezzo pregiato del repertorio del chitarrista americano, ha liberato ogni entusiasmo tra la gente, puntuale nel richiedere il consueto bis finale all’artista di West Palm Beach.

IL TALENTO DI LEVI PARHAM. A restituire al pubblico il “suo” blues – seppur con qualche serena contaminazione folk e country – ci ha pensato un giovane di grande talento, Levi Parham, front man di una band ben assortita composta da Tom Baartmans al basso, Roger Wijdeveld alla batteria e Bj Baartmans alla chitarra elettrica, quest’ultimo autore di una performance assolutamente convincente. Il gigante californiano (è alto circa un metro e novanta), di scena con la sua chitarra nel palco interno di Rione Fossi, ha riscaldato il numeroso pubblico che, fino alla fine, è rimasto tra i vicoli del borgo medievale: una voce calda, graffiante, la sua, oltre che un repertorio di brani autografi da riascoltare con attenzione e che il pubblico ha apprezzato come se già ne conoscesse ogni ritmica.

I CONCERTI DI SABATO E DOMENICA. Stasera, sabato 29 luglio, l’Accadia Blues Festival continua con altri due artisti interessanti, entrambi americani, dando alla rassegna il suo indirizzo definitivo verso il genere musicale più caro agli afroamericani. Alle ore 21.30, sul palco principale, tocca a Big Daddy Wilson, affermato cantante e percussionista del North Carolina, raffinato e avvolgente, peraltro di recente insignito in Germania del Premio della critica per il suo ultimo lavoro discografico, “Neckbone Stew”, nel quale si sente tutta la sua provenienza afro. A seguire, nello spazio interno di Rione Fossi, un altro giovane bluesman da seguire con attenzione, Luke Winslow-King, anche lui apprezzato per il suo ultimo album, “I'm Glad Trouble Don't Last Always”. Domenica 30, infine, l’ultimo tassello della rassegna, con il concerto nel bosco Paduli, come ormai tradizione dell’Accadia Blues, in programma alle ore 12.00. Di scena, nel pieno rispetto della natura, tra vino bevuto direttamente dalle botti, acqua di sorgente e una pausa pranzo all’insegna del biologico, il musicista e cantautore svedese Richard Lindgren (info: www.accadiablues.it).

di Alessandro Galano


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