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Dal Moody le “tre anime” di Francesco Cafiso: “Questo disco è una follia, ma è ciò che sono ora”

Intervista al sassofonista siciliano, a 26 anni ambasciatore del jazz italiano all'estero

“La banda”, “20 cents per note” e “Contemplation”. Tre anni di ricerca, di scavo, di archeologia nella propria anima musicale per tirare fuori un disco che, in un colpo solo – e in un momento di crisi del mercato discografico – ne contiene ben tre. Roba da fenomeni, o da Francesco Cafiso, sassofonista siciliano di appena 26 anni ma ben consapevole della propria “follia artistica”, determinato anzi a diffonderla, come nella serata conclusiva di questo 2015 targata Moody Jazz Café, il club di Foggia che da dieci anni porta i grandi jazzisti italiani e stranieri nel capoluogo dauno.

L'INTERVISTA ALL'EX “ENFANT PRODIGE”. Domenica 26 aprile è toccato dunque a Francesco Cafiso, ex “enfant prodige”, ormai nome affermato del jazz internazionale, vero e proprio ambasciatore della dell'Italia jazzofila in tutto il mondo. Il suo triplo disco, dal titolo “3”, è l'esito di un lavoro importante nel quale, oltre a ricoprire i consueti panni di musicista e compositore – tutti i brani del lavoro portano la sua firma – Cafiso ha lavorato anche come arrangiatore e concertatore, dirigendo e coinvolgendo oltre cento artisti (tra cui la prestigiosa London Symphony Orchestra). Esattamente dieci anni prima, nella stessa location di via Nedo Nadi, il famoso trombettista Fabrizio Bosso citava il sassofonista ragusano, all'epoca sedicenne e già noto agli addetti ai lavori, come esempio di talento emergente ed espressione del made in Italy futuro, anticipandone anzi la grandezza a venire. In questa intervista, dieci anni dopo, Francesco Cafiso fa il punto sullo stato della sua musica, parlando di “3”, della sua Sicilia, del progetto in duo con il pianista Mauro Schiavone e dei tanti significati legati alla sua espressività artistica.

di Alessandro Galano


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