Ex Distretto, il Comune presenta carte inutili e il Tar non decide sullo sgombero. Ora il rischio è di perdere l'immobile
Chiesta una relazione entro 30 giorni. Prossima udienza il 30 marzo 2018
Il Tribunale Amministrativo Regionale di Bari, con ordinanza n. 1191 del 7 novembre scorso, ha rinviato al 30 marzo 2018 ogni decisione in merito alle ordinanze di sgombero delle famiglie che attualmente vivono all'interno dei locali dell'ex distretto militare. Tutto questo poiché, visti gli atti e i documenti depositati dal Comune di Foggia, i giudici sono stati costretti a chiedere entro 30 giorni una dettagliata relazione che chiarisca la situazione in termini di emergenza abitativa di ogni singolo nucleo familiare.
IL TEMPO PERSO. Non sono bastati dunque, al Comune di Foggia, nove mesi di tempo dalla precedente ordinanza di sospensione degli sgomberi, emessa nel febbraio 2017, per presentare al tribunale una documentazione esaustiva circa la posizione dei 19 nuclei familiari che occupano gli appartamenti di via Fuiani. Le famiglie furono sgomberate dalle forze dell'ordine nel novembre del 2016 ma rientrarono dopo il provvedimento di dissequestro del tribunale del riesame. A gennaio 2017 il Comune emise nuove ordinanze di sgombero, tutte attualmente sospese dal Tar. Una sospensione che con il rinvio attuale supererà l'anno solare.
LA STORIA. Si tratta di una vicenda complessa che parte dal 1999 quando, contestualmente alle procedure di emergenza attivate a seguito del crollo di Viale Giotto, furono alloggiati nella Caserma Oddone 13 nuclei familiari che abitavano nelle palazzine dell'ex Scivar. Da allora altri nuclei si sono aggiunti o sostituiti nel tempo con semplici nulla osta vistati dagli uffici delle politiche abitative del Comune. Una situazione divenuta sempre più ingarbugliata e emersa solo a seguito delle indagini della Guardia di Finanza culminate nell'Operazione Riconquista.
I CHIARIMENTI. La relazione chiesta dal tribunale mira proprio a fare chiarezza ed elenca i punti che dovranno emergere, a cominciare dalla situazione di emergenza abitativa che aveva giustificato la concessione in uso al Comune di Foggia dell’immobile è stata superata e, se sì, in che modo. Inoltre, andrà chiarita la situazione in cui si trova ogni singolo occupante ricorrente e a che titolo occupa l’immobile. Inoltre, si chiede che venga indicato in modo specifico il nominativo dei soggetti ricorrenti ai quali l’immobile è stato originariamente e provvisoriamente assegnato per motivi di emergenza abitativa e quello di coloro che invece hanno occupato e occupano gli immobili senza che vi fosse tale iniziale giustificazione. Infine, l’emissione di eventuali precedenti ordini di sgombero, con specificazione delle singole posizioni dei destinatari.
LA SCADENZA. Intanto il tempo trascorso inutilmente rischia di far perdere al Comune di Foggia la proprietà dell'immobile. La caserma, infatti, era stata ceduta gratuitamente dal Demanio il 5 giugno 2015 prevedendo una clausola di salvaguardia. Qualora, a seguito di un monitoraggio effettuato dall'Agenzia del Demanio dopo tre anni dal trasferimento, dovesse risultare che il Comune di Foggia non utilizza per finalità istituzionali il compendio immobiliare, lo stesso rientrerà nella proprietà dello Stato. Del resto era stato il Comune stesso a escludere un utilizzo della caserma per scopi abitativi. C'è tempo dunque fino al 5 giugno 2018, solo due mesi dopo la sentenza del Tar, per evitare di perdere l'immobile. I problemi ora sono due: oltre a quello dell'emergenza abitativa e di dare una casa ai nuclei familiari che ne hanno diritto, anche quello di scongiurare la restituzione del compendio.
GLI AVVOCATI DIFENSORI. Soddisfatti gli avvocati difensori delle famiglie, Alfonso Buono e Savino Pipoli: "Il Tar conferma in pieno la posizione difensiva dei ricorrenti - spiegano - perchè chiede al Comune di Foggia di fare una mappatura delle famiglie che vivono nei locali dell'ex distretto. In pratica vuole capire in che modo ha superato l'emergenza abitativa di queste famiglie. Ed è la stessa cosa che chiediamo noi. Ci auguriamo che, dopo il dissequestro e due provvedimenti di sospensione, il Comune di Foggia possa definitivamente trovare una soluzione per queste famiglie nessuna delle quali, deve essere evidenziato, occupa abusivamente l'immobile".
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