“Giordano in Jazz”, chiude la batteria di Antonio Sanchez
Mercoledì 15 luglio, Piazza C. Battisti, la serata più attesa con il musicista di Pat Metheny
Dopo l’intermezzo soul – più che jazz – di lunedì 13 luglio con il piano e, soprattutto, con la splendida voce di Jarrod Lawson, la rassegna che dà spessore artistico al cartellone estivo dell’Amministrazione comunale ritrova i binari di partenza, con un jazzista puro e di fama mondiale. Domani sera infatti, alle ore 22, sempre davanti al Teatro comunale, il batterista Antonio Sanchez incontra il pubblico foggiano, ospite di chiusura della rassegna “Giordano in Jazz”, interessante sodalizio tra pubblico e privato (fondamentale l’apporto del Moody Jazz di Nino Antonacci) che, con ogni probabilità, troverà riproposizione anche il prossimo inverno.
TRA PAT METHENY, CHICK COREA E IL GOLDEN GLOBE. Messicano, membro permanente, ormai dal 2002, della formazione base del quasi leggendario chitarrista Pat Metheny, con il quale ha vinto anche il Grammy Award nella categoria Contemporary Jazz, Antonio Sanchez è uno dei batteristi più richiesti della scena jazz internazionale. Chick Corea, Gary Burton, Kenny Werner, Charlie Haden, Dee Dee Bridgewater, Dianne Reeves, e Toots Thielmans, Joshua Redman, Chris Potter, John Patitucci, David Sanchez, Marcus Roberts, Avishai Cohen, Miguel Zenon: sono solo alcuni dei grandi artisti con cui collabora stabilmente, registrando album in studio ed esibendosi dal vivo nelle più rinomate location jazz del mondo. Nel 2015 inoltre, ha vinto il Golden Globe per la colonna sonora del film “Birdman”di Alejandro Gonzales Inarritu. A Foggia, Antonio Sanchez si esibirà con il suo “Migration Quartet”: Seamus Blake al sax, John Escreet al piano e Matt Brewer al contrabbasso. Per il batterista messicano si tratta di un ritorno in Capitanata, dopo l'esibizione al Moody Jazz Cafè del 2013 quando, con una formazione del tutto diversa, fece conoscere per la prima volta il suo sound all'attento pubblico di via Nedo Nadi.
SPERIMENTALE E “IPER-CONTEMPORANEO”. Un “ritorno a casa” insomma, sul piano stilistico e compositivo, dopo i cori e le atmosfere “Wonderiane” di lunedì, firmate Jarrod Lawson. La serata di Antonio Sanchez infatti, si inserisce più nel solco tracciato nel corso del primo appuntamento della rassegna, aperta dalla musica dello statunitense Kenny Garrett, straordinario interprete del sassofono che, anche a Foggia, ha coinvolto e trascinato il pubblico, letteralmente impazzito nell’ultima sessione, tra cori, applausi e “chiamate e risposta” che la platea di Piazza Battisti ha assecondato con felice trasporto. Sanchez è un “iper-contemporaneo” ma, fedele alla sua indole centramericana, si discosta – e molto – da certe glacialità proprie di molti suoi colleghi di oggi, troppo ancorati alla forma e molto poco versati nel contenuto. Il suo è un sound sperimentale ma, al contempo, anche vivo, il quale trova risoluzione proprio attraverso il rapporto con la gente – in questo caso con la piazza.
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