Il Giordano in Jazz è (davvero) iniziato: la musica dal vivo dei Lehmanns Brothers accende la kermesse
Il primo concerto dell’edizione estiva
I Lehmanns Brothers non sono fratelli di sangue. Sono fratelli di groove – dall’inglese “to groove”, divertirsi, che in chiave di violino si può tradurre in “trascinare”. Un concetto più facile a ballarsi che a dirsi, come ha avuto modo di constatare il pubblico del Giordano in Jazz di Foggia lunedì 7 luglio, in Piazza C. Battisti, per la prima – gratuita – serata di musica dal vivo della kermesse.
LA MUSICA IN UN GARAGE. In realtà, il nome della band deve tutto alla strada in cui nasce: Avenue Lehmann, città di Angoulême, Francia. Da studenti di liceo, imbevuti di funk e bit afro, nel 2012 questi sei giovanotti prendono a riunirsi – e a suonare – in un garage, proprio come si faceva anche da queste parti fino a qualche anno fa, magari in via Napoli – a proposito, si fa ancora? Tutto questo per evidenziare un concetto familiare: la semplicità, la naturalezza, la giocosità che questi sei musicisti trasmettono sul palco sembra proprio quella di un gruppo di amici di una città di provincia che si diverte a suonare insieme.
IL TALENTO. Più la qualità, naturalmente. Perché oltre al groove, i fratelli-non fratelli Lehmanns sanno il fatto loro. Un esempio su tutti è il front-man della band, Julien Anglade, tastierista di pregio, trascinatore nato, soprattutto voce di straordinario talento – echi di Prince, di Jamiroquai – che sul palcoscenico scalpita come uno della famiglia Kuti – papà Fela inventò (o quasi) l’afro-jazz, ma il figlio Sean ne continua la tradizione: a proposito, quest’ultimo suonerà a Vieste il 20 luglio per Festambiente, da non perdere.
IL CONCERTO. A Foggia, il buon centinaio di persone si è lasciato andare con gusto e partecipazione: battimani, saltelli, “chiamate e risposta” che hanno divertito i musicisti per quasi due ore di sano jazz-funk misto a nu-soul, con strappi hip-hop e lampi fusion. Due fiati a dare tanto colore alle spalle, una sezione ritmica stile anni Settanta a pompare e un chitarrista, Alvin Amaïzo, chiamato a interpretare il ruolo di deuteragonista, contendendo la scena allo scatenato Julien – e ci è pure riuscito, almeno fino a quando il vocalist, in canotta, tatuaggi sparsi e calzoncini da basketball, non è sceso a cantare tra il pubblico.
L’EVENTO GIUSTO. Una serata che recupera quella saltata dello scorso giovedì 3 luglio, com’era inizialmente prevista da cartellone e poi rinviata a causa di uno sciopero degli aeroportuali francesi. E che forse, complice il poco tempo a disposizione per rilanciarla, avrebbe meritato più pubblico, soprattutto in considerazione della bella alchimia creatasi durante il concerto. Tuttavia, dopo l’incerto dj set d’anteprima in via Dante, un bel modo di rincanalare la Summer Edition del Giordano in Jazz sui suoi binari naturali: quelli della musica dal vivo, i prediletti dal pubblico foggiano.
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