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La regina Dee Dee, grande fusion e un po’ di Detroit: ecco il “Giordano in Jazz”

Summer Edition 2016: 29 giugno, 7 e 13 luglio. La “prima” è gratis

Dai colori dell’orchestra al servizio dell’ultima grande “black voice” in circolazione sino alle divagazioni del contenporary jazz ossequioso della tradizione, passando per i folletti del “fusion” figli legittimi di quel gran pazzoide di Miles Davis, padre padrone del genere che corruppe, con felicità, il bop che fu. In tre appuntamenti – e in questa sintesi della sintesi – scorre e si ferma un’epoca musicale che trova nella parola Jazz il proprio minimo comune multiplo e che, nelle serate del 29 giugno, del 7 e del 13 luglio, sarà a disposizione del pubblico di Foggia (concerti alle ore 21).

LA NUOVA EDIZIONE. È il “Giordano in Jazz – Summer edition 2016”, l’ormai consolidata rassegna dedicata alla musica degli dei che, anche quest’anno, si ritaglia il proprio spazio di qualità e suggestioni esattamente nella medesima location della scorsa stagione (con identica modalità di partecipazione per il pubblico: sedute a pagamento, gratis i posti in piedi). Davanti al contenitore culturale più importante della città – ormai simbolo di una interessante rinascita culturale del capoluogo in grado, dopo anni di diaspore estive, di ingolosire nuovamente il pubblico della sua provincia – va in scena per il secondo anno consecutivo quella che, per nomi e organizzazione, può essere definita la riproposizione sotto mentite spoglie dello storico Foggia Jazz Festival. Alle stelle che furono, infatti, fanno da contraltare le stelle che sono: Dee Dee Bridgewater, il duo Mike Stern-Bill Evans e il rampante James Carter. Un salto di qualità importante rispetto alla già buona stagione dello scorso anno. Un modus che, come nella passata edizione, si avvale dell’esperienza messa in campo da un privato, Nino Antonacci, mente e braccia del Moody’s che, anche quest’anno, ha portato in città non pochi interpreti di spicco dell’argomento in questione.

INGRESSO LIBERO PER LA BRIDGEWATER. Un riuscito connubio con il Comune, dunque, e in particolar modo con il settore cultura dell’amministrazione, confermato dall’apertura della rassegna affidata ad una delle regine del jazz (e non solo) mondiale, peraltro unica serata completamente gratuita. Interprete straordinaria della leggendaria “maudit” Billie Holiday, Denise Eileen Garret – come risponde al secolo prima di diventare semplicemente Dee Dee e assumere il cognome del marito trombettista Cecil Bridgewater – è un’artista notissima, importante, storicamente iconica. Dizzy Gillespie, Dexter Gordon, Sonny Rollins e Max Roach sono solo alcuni dei miti che hanno condiviso con lei il palco in più di un’occasione, prima che il pubblico italiano più pop se ne invaghisse nel corso di un’esibizione in duetto con il grandissimo Ray Charles. In quell’occasione, al Festival di Sanremo del 1989, Dee Dee suonò con il pianista e cantante il suo brano più famoso, Till The Next Somewhere (Precious Thing). E da allora è stato amore con il Belpaese, se è vero che la cantante di Memphis, ormai da molti anni a questa parte, compare fissa nei principali cartelloni jazzistici italiani. Il 29 giugno pertanto, sarà supportata da un’orchestra importante, a dare colore alle sue corde vocali: la Forma Jazz Orchestra capitanata da Gaetano Partipilo.

IL QUARTETTO SULLA SCIA DI MILES. Dal classico alla musica fusion, s’è detto. E giovedì 7 luglio la formazione risponde fedelmente alle teorie di Miles Davis e compagni: Mike Stern, Bill Evans, Dennis Chambers e Darryl Jones. Il primo, non a caso, è stato il chitarrista del discepolo di Charlie Parker, incidendo con lui in tre dischi storici negli anni ’80, quando il genere musicale diretto discendente del free jazz si ritagliava il proprio riconoscimento internazionale. Bill Evans, dal canto proprio, è una garanzia delle scene statunitensi, funambolico sax-tenore versato in più generi come conferma l’apprendistato – e che apprendistato – al servizio del britannico John McLaughlin, l’ideatore di quell’utopia sonora che fu la Mahavishnu Orchestra (tra i fondatori, anche un certo Billy Cobham). Oltre alle scene del jazz e del fusion, Evans ha suonato anche con le stelle del rock, su tutti Mick Jagger, front-man degli Stones con cui, praticamente dal 1992, suona in studio e dal vivo un altro protagonista della serata di giovedì 7 luglio, il bassista Darryl “The Munch” Jones. Completa questo straordinario quartetto il batterista Dennis Chambers, ex bambino prodigio che la gente andava ad applaudire nei locali di Baltimora quando questi aveva appena sei anni.

UN PIZZICO DI DETROIT. Chiude il jazz contemporaneo, infine, quello fedele alla tradizione però, se questa ha a che fare con organi Hammond e ritmi funkeggianti in stile Herbie Hancock. Mercoledì 13 luglio, sempre alle 21, tocca al James Carter Organ Trio: una formazione meno nota rispetto alle due precedenti ma che, con il pubblico giusto, può dare quel qualcosa in più in termini di energia e partecipazione. Fedele alla scena di Detroit anni ’60, James Carter è una stella affermata oltreoceano, in grado di spaziare dal dixieland, al bop, all'R'n'B ed al funk. Sax tenore, è però un polistrumentista dell’ancia che non disdegna i clarini, il baritono e il soprano, con una formazione ossequiosa di due grandi numi tutelari: Billie Holiday e lo zingaro –e genio gypsy – Django Reinhardt. A completare il suo Organ Trio, altri due eminenti musicisti della scena di Detroit: l'organista e pianista Gerard Gibbs e il batterista Alex.

INFO. Il concerto di Dee Dee Bridgewater sarà ad ingresso libero. Per i successivi appuntamenti biglietti in vendita on line su bookingshow.it, in tutte le rivendite ufficiali (lista su teatrogiordano.it/biglietti.html) e al botteghino del Teatro Giordano il giorno stesso dello spettacolo. Infotel: 0881.792.908.

di Alessandro Galano


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