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Ieri promessa mancata della boxe, oggi esempio per i giovani: lo “Sugar Leonard” foggiano, Ugo Maglione

Vita e destino (e riscatto) di un figlio di Candelaro

Chi ha seguito la boxe negli anni ’80 se lo ricorda senz’altro. Il più forte, almeno da queste parti. Senza dubbio, una grande promessa del pugilato italiano, più volte convocato in Nazionale e destinato, se il fato fosse stato più docile, a una carriera ad altissimi livelli.

LA CONTESSA. Ugo Maglione a Foggia è famoso: chi fa la boxe, chi vuole imparare, sa che può fare riferimento su di lui, oggi tra i maestri più seguiti e apprezzati da giovani e meno giovani boxeur. Allena al centro sportivo “La Contessa”, su via San Severo, a due chilometri da Foggia, in una struttura nuovissima e all’avanguardia inaugurata ad aprile scorso, completa di campi da calcio (due di futsal, uno da “calciotto”), palestra e piscina (in divenire). E, soprattutto, con un’equipe di allenatori di tutto rispetto, come i maestri di kickboxing Michele e Gabriele Baldassarre, cui si aggiungono Luigi La Grasta e Gianni Zichella al fianco di Maglione per quanto riguarda la boxe.

LA CARRIERA INTERROTTA. Una vita che sembra un film, quella di Ugo, caratterizzata da grandi slanci e altrettante cadute. Come la finale dei campionati italiani seniores disputata a Pesaro nel 1984 contro l’allora favoritissimo Vincenzo Nardiello (anche lui nazionale italiano, successivamente campione mondiale) e vinta, non senza polemiche sul punteggio, da quest’ultimo: un incontro bellissimo che è possibile ritrovare in versione integrale anche sul canale youtube. In quell’occasione, il diciottenne Maglione era al top della forma, sul punto di spiccare il volo, destinato a una carriera pugilistica di altissimo profilo. A interromperla, purtroppo, vicissitudini non legate allo sport che, nel giro di poco, ne hanno minato l’ascesa, portandosi via gli anni cruciali della sua vita.

LO SUGAR LEONARD FOGGIANO. Figlio del quartiere Candelaro, pertanto, Ugo Maglione è ricordato con affetto anche dal maestro di pugilato che, di fatto, l’ha cresciuto e lanciato: Nino Fracasso. Tecnico più volte inserito nell’equipe della Nazionale, Fracasso ha visto Ugo tirare i primi cazzotti quand’era ancora bambino, in una Palestra Taralli – dove ancora allena, fiore all’occhiello del pugilato italiano – che all’epoca era situata allo stadio Zaccheria. “Il pugile più tecnico che abbia mai avuto”: questo il suo parere, se gli si chiede degli anni trascorsi a bordo ring con l’allora promettente atleta, a quei tempi soprannominato lo “Sugar Leonard” foggiano – in riferimento al campionissimo americano Sugar Ray Leonard, idolo giovanile dello stesso Ugo.

CANDELARO. Anche grazie all’intervento del maestro Fracasso, da alcuni anni Ugo Maglione è diventato allenatore di boxe riconosciuto dalla Federazione e ha potuto mettere al servizio della comunità sportiva locale tutta la sua esperienza. Basti pensare al lavoro svolto sino allo scorso giugno nella palestra della scuola “Altamura”, nel cuore di Candelaro: un vero punto di riferimento in un quartiere da sempre a rischio, in grado di togliere dalla strada tanti giovani e giovanissimi, attratti dall’idea di potersi allenare con Ugo.

LEGGENDA VIVENTE. Già, perché tanto nel suo quartiere quanto altrove l’ex pugile è ancora considerato alla stregua di un campione: chi conosce questo sport sa che Maglione, con i suoi 57 anni portati da vero atleta, può dare ancora tantissimo agli aspiranti pugili di Foggia. E il suo recente impegno presso il nuovo centro sportivo di via San Severo lo conferma senz’altro, con i tanti ragazzi che hanno deciso di seguirlo anche in questa nuova esperienza. Sulle tracce di quella che può essere considerata a tutti gli effetti una “leggenda vivente” dello sport foggiano: esempio di riscatto umano, prima ancora che sportivo.

di Alessandro Galano


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