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Caso Iaccarino, la politica locale si gioca faccia e coscienza (chi ce l’ha)

“Ci sono consiglieri che non voteranno la sfiducia”

“C’è gente che pagherebbe per vendersi”. E a quelli, adesso, bisogna guardare. La massima di Victor Hugo è sempre attuale, a Foggia oggi più che altrove, ed è lo stesso protagonista della vicenda, Leonardo Iaccarino, a indicare la strada.

È TUTTO UN GIOCO. Nella conferenza stampa da Palazzo di Città di ieri mattina, ritrovando il decoro istituzionale perduto, il tuttora Presidente del Consiglio Comunale ha riavvolto il nastro – a modo suo – della vicenda che ha compromesso ancor di più la già traballante immagine della classe politica locale. In sintesi: a parte le minacce e le volgarità sciorinate sui social network, dal 31 dicembre in poi Iaccarino rifarebbe ogni cosa, compreso sparacchiare a salve dal balcone a imitazione dei peggiori “tifosi della malavita”. Motivo? Era un gioco, è stato solo un gioco, era una pistola giocattolo – già, esattamente come quelle utilizzate da alcuni criminali locali per rapinare tabaccherie e supermercati, terrorizzando onesti esercenti stremati da bombe e spari (persino da quelli a salve).

SANDRA MILO E I PICCOLI FAN. Insomma, la linea difensiva è sempre quella – l’unica rabberciabile, a ben guardare. Tuttavia, dalla quasi inutile conferenza stampa di ieri qualcosa di interessante è emerso: “alcuni consiglieri – ha detto Iaccarino – mi hanno riferito di aver votato per presentare la mozione di revoca del mio incarico, ma sono pronti a non votare la sfiducia”. Eccoli qua, Sandra Milo e i piccoli fan, verrebbe da dire scherzandoci su, se la cosa non fosse così grave e se l’intera faccia istituzionale della città e la sua conseguente immagine nel mondo non dipendesse da questi sedicenti rappresentanti del popolo.

I CONSIGLIERI GIOCATORI. A quanto sembra, dunque, al Comune c’è gente che non vede l’ora di vendersi e che, giorni fa, nel concordare una mozione di revoca per indegnità al Presidente del Consiglio Comunale, di fatto stava semplicemente “giocando”. Già, a questo punto della fiera difficile trovare un’altra definizione; giacché ci siamo, anzi, proprio come si fa nei giochi, tanto vale elencarli uno per uno i consiglieri comunali che dovranno decidere se Leonardo Iaccarino è degno o meno di rappresentare la città di Foggia: Azzarone, Capotosto, Cavaliere, Citro, Clemente, Cusmai, Dell’Aquila, De Martino, D’Emilio, De Vito, Di Fonso, Di Gioia, Di Mauro, Di Pasqua, Fatigato, Fiore, Fusco, Iacovangelo, Iadarola, Longo, Maffei, Morese, Negro, Norillo, Quarato, Palmieri, Rignanese, Roberto, Scapato, Soragnese, Ventura. A questi, infine, si aggiunge il sindaco Landella, il cui voto - previsto da una modifica ad hoc dello scorso giugno - potrebbe essere determinante in termini di maggioranza.

LA COSCIENZA. Entro venti giorni, la città della Quarta Mafia saprà qualcosa in più sui propri rappresentanti e il resto d’Italia ne prenderà atto: la dignità di un popolo, vuoi o non vuoi, dipende da loro. È stato “un gesto insignificante”, come ha ribadito Iaccarino, travisato e strumentalizzato al di fuori del ruolo ricoperto? Oppure un’offesa alle vittime della criminalità da parte di un alto rappresentante delle istituzioni che resta tale anche a Capodanno? “A loro dico di votare secondo coscienza”, ha dichiarato il tuttora Presidente. Giusto, giustissimo. Ma chi non ce l’ha, la coscienza, secondo quali principi voterà?

di Alessandro Galano


 COMMENTI
  • Karson

    12/01/2021 ore 17:14:59

    tranquilli tutto finirà a tarallucci e vino; siamo abituati alle sceneggiate del sindaco leghista.
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