Il Teatro del Mediterraneo chiama Spazio Giovani, “una delle manifestazioni live più promettenti d’Europa”: e se tornasse?
Dieci edizioni, nove nell’anfiteatro di via Galliani
Bob Dylan, Premiata Forneria Marconi, Amii Stewart, Cesaria Evora, Gigi Proietti, Claudio Baglioni. Sì, ok. Tutti grandi artisti. Tutti passati per il Teatro del Mediterraneo di Foggia. Tutti ricordati e apprezzati, certo. Ma Spazio Giovani era Spazio Giovani…
DAL ’98 AL 2006. Chi è nato al di qua del guado degli anni ‘90 lo sa, e se lo ricorda bene. Quasi non ha bisogno di presentazioni: “una delle manifestazioni live più promettenti d’Europa”. Se ne parlava in questi termini e non a torto: dal 1998 al 2006 ha riempito gli spalti del Teatro del Mediterraneo di Foggia il quale, è notizia fresca, nel 2026, dopo 16 anni di cattività verrà restituito alla cittadinanza. Rinnovato, ammodernato, forte di circa tremila posti, riposizionato in una zona della città che, con i Campi Diomedei e l’area fieristica, nelle intenzioni di Comune e Regione assurge a ricoprire un ruolo nuovo nella Foggia che verrà.
VENT’ANNI DOPO. E allora, visti gli annunci di inizio lavori fissati nell’immediata primavera, perché non riprendere in mano una delle manifestazioni musicali più vivaci del territorio? Resurrezione chiama resurrezione e tempo, in prospettiva, ce n’è: il 2026 può essere la data della riapertura del Mediterraneo e, anche, dell’undicesima edizione di Spazio Giovani. A vent’anni esatti dalla sua ultima volta all’anfiteatro – la decima e ultimissima edizione ufficiale fu organizzata nel 2007 accanto al municipio: un “the best of” che, a posteriori, è diventato una specie di requiem non dichiarato.
I NUMERI. Non è una questione di nostalgia, a parlare sono i numeri. Inserito nel circuito M.E.I. (il Meeting delle Etichette Indipendenti che raduna le principali produzioni emergenti italiane), Spazio Giovani rappresentava una vetrina e un trampolino di lancio per le nuove sonorità nazionali, senza disdegnare ospiti del panorama europeo. Sedicimila musicisti coinvolti in nove anni, 164 band, un milione di contatti l’anno, uno staff di trenta professionisti e oltre cinquecento iscrizioni per ogni edizione: questi i numeri che in un video-spot l’allora amministrazione comunale sbandierava, facendo il punto delle nove edizioni andate in scena fino a quel momento (video qui riproposto grazie all’apporto di Marco Maffei, uno degli storici artefici sonori della manifestazione).
MUSICA LIVE. “Valorizzare e sensibilizzare il pubblico alla cultura della musica live”: Spazio Giovani nasce con questo intento e si può dire che finché ha avuto vita lo ha portato egregiamente a compimento. A conferma di ciò, il fatto che la stessa manifestazione non si esauriva unicamente nella tre-giorni di settembre in cui era collocata. A creare attesa c’era Aspettando Spazio Giovani, il pre-festival di primavera che selezionava le band di Capitanata, consentendo ai vincitori l’accesso sul “main stage” di via Galliani. Qui poi, grazie all’apporto di sponsor e testate nazionali, i sedici progetti sonori più convincenti si contendevano il Premio Città di Foggia, ma anche il Premio della critica, il Premio M.E.I., il Premio Giuria Popolare, il Premio Radionorba e il Premio Gazzetta del Mezzogiorno.
FERMENTO. Un movimento, dunque. Un fermento artistico che aveva fatto di Foggia una delle realtà italiane più interessanti dal punto di vista della musica emergente, spesso accostata a manifestazioni ben più longeve e sostenute, su tutte “l’Arezzo Wave”. Senza dimenticare quelle band foggiane che sono nate o hanno trovato consacrazione proprio in Spazio Giovani: dai sempre rimpianti Pseudofonia agli apprezzatissimi Radiolondra, passando per Favonio e Microphones Killarz, solo per citarne alcuni e di certo facendo torto a realtà sonore altrettanto meritevoli.
SETTEMBRE 2026. E dunque, al netto dei numeri e scansando ogni nostalgia “boomer”, perché non fare il bis? Se rinasce il Teatro del Mediterraneo forse può rinascere anche la sua creatura più fedele: un doppio risveglio dopo sedici anni di morte apparente o, per dirla con Walter Chiari, di sonno arretrato. Uno Spazio Giovani nuovo, rinnovato, figlio dei tempi, ma con la medesima mission: “valorizzare e sensibilizzare il pubblico alla cultura della musica live”. Con una destinazione ben precisa: settembre 2026.
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