Terruzzi, Crosetti e Codignola: il Foggia Festival Sport Story cala gli assi
Tra Piazza Giordano e Tennis Club (presentazione “dentro” al campo)
Formula Uno, ciclismo e tennis. Ayrton Senna, Fausto Coppi e quegli eroi dalle racchette stinte degli almanacchi in bianco e nero. “Leggende”, insomma: com’è il titolo del Foggia Festival Sport Story edizione 2019 – che dedica la sua copertina al Campionissimo, nel centenario della sua nascita LEGGI. In altre parole: Giorgio Terruzzi, Maurizio Crosetti e Matteo Codignola.
LA NOTTE DI AYRTON. La rassegna che mette le arti al servizio del racconto sportivo si sposta dalle proiezioni di Parcocittà alle presentazioni in Piazza U. Giordano, con coda al Tennis Club (in campo, dentro, tra rete e “baseline”). Stasera, mercoledì 26 giugno, alle ore 19.30, apre questa tre-giorni di contenuti proprio una delle voci più riconoscibili del giornalismo sportivo televisivo, “artista” della Formula Uno e del mondo dei motori ma versatissimo anche nel calcio e nel rugby: Giorgio Terruzzi. Un libro scritto in 16 giorni filati, il suo, dalle sei del mattino sino alle sette di sera, a telefono spento, “per una volta”: 16 giorni per raccontare una sola, interminabile notte. Quella di Ayrton Senna, il pilota brasiliano caduto il primo maggio del 1994 al Gran Premio di Imola, venticinque anni fa: “Suite 200” è il titolo del libro del finissimo autore milanese e ospite d’apertura del Festival, ma è anche la stanza dell’Hotel Castello in cui ha dormito il campionissimo di San Paolo, l’ultima, prima di quel fatidico giorno in cui, per dirla con Terruzzi, “Dio si è distratto un attimo, quell’attimo lì”. A conversare con l’ex direttore di Sport Mediaset, ospite fisso di “Quelli che… Il calcio” – i suoi servizi danno ancora un senso “sportivo” al seguitissimo format – sarà il giornalista foggiano Antonio Di Donna che, dopo Bizzotto e Condò delle scorse edizioni, incontra un’altra grande firma del giornalismo italiano.
IL CAMPIONISSIMO: VITA DA ROMANZO. Da una leggenda all’altra, s’è detto, e non potrebbe essere altrimenti, soprattutto quando “un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi”. Dalla voce radiofonica di Mario Ferretti, speaker epurato per i suoi precedenti fascisti e richiamato in Rai proprio nel giorno dell’epica tappa Cuneo-Pinerolo del 1949, prende vita il titolo del libro di Maurizio Crosetti, altro pezzo da novanta del giornalismo italiano, firma storica di Repubblica e cronista di ben sette Olimpiadi e altrettanti Mondiali. “Il suo nome è Fausto Coppi”, edito da Einaudi, è il libro protagonista della presentazione di giovedì 27 giugno, alle ore 19.30, sempre in Piazza U. Giordano, all’aperto: l’autore, chiamato a conversare con l’ideatore del Festival, Filippo Santigliano, racconta la storia di quel “ragazzo secco come un osso di prosciutto”, per dirla sempre con Ferretti e con le parole utilizzate quel giorno del ’49, quando Coppi scalò da solo il fango della Maddalena, il Vars, l'Izoard, il Monginevro e il Sestriere, vincendo con quasi dodici minuti di vantaggio su Gino Bartali. La sua storia è talmente straordinaria da sembrare un romanzo e a romanzarla ci ha pensato un grande scrittore: nel libro parlano i genitori di Fausto, Angiolina e Dumenichìn, il fratello Serse, l’antagonista Gino e tanti altri personaggi che hanno popolato la vita del Campionissimo.
PRESENTAZIONE “DENTRO” AL CAMPO DA TENNIS. Dal volante al manubrio, concludendo questo tris d’assi con le racchette che furono, quando il tennis era ancora “una libera interpretazione” a seconda di chi giocava. Personalità assurde, personaggi dimenticati o mai del tutto approfonditi: da Torben Ulrich che cercava il suono perfetto della pallina – musicista dilettante e papà di Lars, il batterista che anni dopo avrebbe fondato i Metallica – all’eleganza che imbarazzava gli avversari di Gottfried von Cramm, passando per l’aquila reale appollaiata sulla spalla di Art Larsen… Una carrellata di “Vite brevi di tennisti eminenti”, titolo di questo gioiellino pubblicato da Adelphi e curato da Matteo Codignola, autore e traduttore di grandissimi del Novecento – la sontuosa traduzione de “La versione di Barney” di Mordecai Richler è opera sua – nonché “fissato” del tennis per sua stessa ammissione – d’altronde, come definire diversamente un ultracinquantenne che intervalla il suo lavoro intellettuale con partite a tennis nel salotto di un vicino scozzese altrettanto maniaco delle racchette?. Venerdì 28 giugno, alle ore 19.30, l’autore incontra il collega e giornalista foggiano Alessandro Mastroluca, conversando del suo libro al Tennis Club di Foggia (Via del Mare km 4,5): una presentazione aperta a tutti e diversa dal solito poiché avrà luogo proprio all’interno dello storico “campo uno” della struttura foggiana, tra la rete e la linea di fondocampo.
INCURSIONI TEATRALI PRIMA DI OGNI LIBRO. Infine, ad arricchire tutte le presentazioni – che non si esauriscono a questa tre-giorni, ma tornano domenica 30 giugno con Adelmo Monachese e Marco Ciriello, dopo la parentesi teatrale di sabato a Palazzo Dogana – saranno gli attori della Piccola Compagnia Impertinente, organizzatrice del festival insieme con la Fondazione Monti Uniti e con la libreria Ubik. Come negli anni scorsi, infatti, avranno luogo delle brevi performance teatrali ispirate ai libri protagonisti, ad anticipare gli incontri con gli autori e dirette dall’attore e regista Pierluigi Bevilacqua, direttore della compagnia teatrale. L’ingresso ad ogni evento della manifestazione è libero.