Campo rom Stornara, lo sapevano tutti: dopo la morte dei bimbi arriva l'ordinanza contro Masciavè
Il sindaco di Stornara interviene dopo diciannove mesi di silenzio
Il sindaco di Stornara Rocco Calamita ha intimato ai fratelli Mauro e Nicola Masciavè, eredi dei proprietari del terreno su cui sorge il campo rom sulla strada per Cerignola, il ripristino immediato delle condizioni igienico-sanitarie e di salubrità del sito, ai sensi del testo unico sui rifiuti. Un ordine perentorio, da eseguire entro 24 ore, rivolto anche agli occupanti che arriva dopo la morte di due fratellini di due e quattro anni e diciannove lunghi mesi di silenzio e omissioni dopo le segnalazioni ricevute.
DAL MARZO 2020 TOTALE SILENZIO. Di mezzo c’è un incendio che ha strappato alla vita due bambini. Che l’articolo pubblicato lunedì 20 da Foggia Città Aperta abbia colto nel segno e ottenuto risultato resta dunque un’amara ed effimera soddisfazione. Lo sapevano tutti. Come già scritto, ogni istituzione locale conosceva la tragica situazione del campo rom almeno dal marzo 2020, quando si verificò un ampio incendio di ecoballe. Dopo i sopralluoghi, scrisse la comandante della polizia locale di allora Angela Rutigliano, i vigili del fuoco, poi l’Asl e ancora la Procura Minorile di Bari per chiedere il censimento. Furono interessati il sindaco, i Carabinieri, la Questura, la Prefettura. Lo sapevano tutti, ma per lunghi diciannove mesi nessuno ha preso il minimo provvedimento.
IL NOME DEL MAFIOSO. Vi è, poi, un ulteriore elemento. L’ordinanza, dopo che lo ha fatto Foggia Città Aperta, finalmente a livello pubblico dà un nome e un cognome ai proprietari dei terreni su cui sorge il campo. Si tratta degli eredi di Riccardo Masciavè, vale a dire Mauro e Nicola Masciavè, reggenti dell’omonimo clan mafioso che opera a Stornara. Sino a pochi giorni fa il massimo consentito era il chiacchiericcio, nessuno ha osato sollevare la questione anche se, ancora una volta, tutti sapevano. Pur nel timore di ripercussioni, gli occupanti del campo hanno raccontato il pagamento di un fitto in cambio del ‘diritto’ di abitare su quei terreni ricolmi di rifiuti, senza disponibilità di acqua e con allacci elettrici abusivi. Nessuno ha interrotto questa incredibile attività immobiliare.
ORDINANZE E SGOMBERI NON SONO LA SOLUZIONE. Questa ordinanza, insomma, ha il sapore della beffa. Nessun cenno a interventi a favore dei minori, assistenza agli abitanti. In 24 ore, invece, secondo il sindaco di Stornara, dovrebbero essere i Masciavè a mettere riparo a cinque anni di illegalità. Già, perché, c’è un altro piccolo particolare. Quel campo sorge lì dal 2017 quando vi si trasferirono alcuni degli abitanti di un precedente campo che sorgeva in località Pescia, tra Borgo Mezzanone e Tressanti, in territorio di Foggia. Le dinamiche di allora furono tristemente identiche: un incendio che spezzò la vita di un giovane ventenne, i sopralluoghi, lo sgombero. Un’operazione che fu poi rinviata ma poi eseguita nonostante le proteste di numerose associazioni che avevano tentato – loro sì- di individuare appartamenti disponibili per gli occupanti e chiedevano “adeguate alternative abitative per i nuclei familiari coinvolti nel rispetto della vita familiare e dei diritti fondamentali delle persone”. Risultato: la comunità rom si è solo spostata. Fino alla nuova tragedia. Nella speranza che dagli errori qualcuno abbia imparato. Per ora, sembra di no.
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