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Chioschi abusivi, condannato a un anno e 4 mesi il dirigente del Comune di Foggia Antonio Stanchi

Condanne anche per tre ambulanti foggiani


Il dirigente del Comune di Foggia, Antonio Stanchi, è stato condannato con rito abbreviato dal tribunale di Foggia a un anno e 4 mesi per la vicenda relativa ai chioschi per la vendita di frutta e verdura, costruiti su suolo pubblico e poi sequestrati dalla procura.

IL DISPOSITIVO. La sentenza è stata emessa lo scorso 1 aprile dal Gup Manuela Castellabate che avrà novanta giorni per depositare le motivazioni. Il dirigente è ritenuto responsabile di aver rilasciato autorizzazioni per il commercio su aree pubbliche in violazione delle norme che impongono il possesso di requisiti morali e antimafia in capo ai titolari nonché di aver dato il via libera al permesso di costruire i chioschi in violazione di normativa edilizia. Antonio Stanchi tentò di giustificarsi chiamando in causa la politica: “Non è leale e corretto – dichiarò - ribaltare sul dirigente di turno gli errori, la sciatteria, la superficialità e la mancanza di programmazione in materia di commercio su aree pubbliche avvenuta negli anni precedenti. Per chiarezza dei ruoli – aggiunse – sarebbe bene se la politica evitasse lo “scaricabarile” delle responsabilità”.

I REATI. Responsabilità che invece, secondo il giudice di primo grado, restano in capo a Stanchi. Con lui condannati anche tre ambulanti foggiani a 6 mesi di reclusione: Guglielmo Maggio, Michele Pompa e Savino Pompa. Come fu contestato dalla Procura in occasione del sequestro dei chioschi, il rilascio delle autorizzazioni è avvenuto 'in favore di esercenti di attività commerciali spesso non dotati di autorizzazioni al commercio idonee o con autorizzazioni scadute, privi dei requisiti morali perché pregiudicati e comunque privi del certificato antimafia perché mai richiesto alla Prefettura”. I chioschi furono costruiti in varie zone della città tra cui Viale Ofanto, via degli Aviatori, Via D'Addedda. Al danno, si è poi aggiunta la beffa di dover procedere allo smantellamento dei chioschi con un costo per la collettività di oltre 45mila euro.
Fondazione Buon Samaritano

LO SCONTRO POLITICO. Come si ricorderà, il caso costituì un terreno di scontro politico tra il sindaco Franco Landella e il consigliere comunale Giuseppe Mainiero, tanto da causare la defenestrazione dell'allora assessore alle attività produttive Jenny Moffa e il passaggio all'opposizione del consigliere comunale eletto nelle fila di Fratelli d'Italia. Mainiero contestava al primo cittadino la mancata sorveglianza sul procedimento di rilascio delle autorizzazioni. L'assessore Jenny Moffa rese pubbliche una serie di mail con le quali veniva chiesto conto a Landella di quanto stesse accadendo, messaggi a cui il sindaco rispose prima nicchiando ritenendo “generiche e imprecise” le accuse della Moffa, poi sviando l'argomento sulla necessità “di collaborazione e comunanza di intenti”. Solo ad agosto, oltre tre mesi dopo l'avvenuta installazione dei chioschi, Landella si decise a intervenire su Stanchi. Lo stesso primo cittadino giustificò il provvedimento come strumento per regolamentare le attività commerciali su area pubblica ma a cose fatte consentì di 'regolarizzare' solo 7 ambulanti. (LEGGI: Le contraddizioni del Comune).
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di Michele Gramazio


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